addiction des jeunes au tablette et jeu vidéo

Schermi, bambini e disuguaglianze: come il consumo digitale si manifesta già tra i 3 e gli 11 anni

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In un’epoca in cui gli schermi sono una parte sempre presente della nostra vita quotidiana, una cosa è chiara: i loro effetti non sono limitati agli adolescenti. I bambini più piccoli, dai 3 agli 11 anni, sono già colpiti. E dietro questa osservazione si nascondono disuguaglianze sociali che mettono in discussione il nostro rapporto con l’educazione digitale.

Esposizione precoce e quotidiana che spesso viene sottovalutata

I bambini di oggi crescono in un mondo digitale. Televisione, tablet, console, smartphone: l’esposizione inizia presto. L’ultimo rapporto sulle abitudini dei bambini dai 3 agli 11 anni in Francia rivela che quasi tutti i bambini di questa fascia d’età utilizzano uno schermo ogni giorno. La cosa ancora più sorprendente è che il tempo trascorso davanti allo schermo aumenta con l’età: una media di circa 1 ora e 15 minuti al giorno per i bambini dai 3 ai 5 anni e fino a 2 ore e 30 minuti per i bambini dai 9 agli 11 anni. Una vera immersione digitale.

Ma non è solo una questione di durata. L’ambiente familiare, il salotto, la presenza di uno schermo in camera da letto, contribuiscono a rafforzare questo fenomeno. E sono le famiglie con meno risorse – in termini di risorse, spazio e tempo per i genitori – ad essere più colpite. In altre parole: più che di un’abitudine, si tratta di un riflesso sociale segnato dalla disuguaglianza.

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Perché questa mostra è così preoccupante?

L’uso intensivo degli schermi da parte dei bambini può influenzare il sonno, ritardare lo sviluppo del linguaggio, modificare le abitudini di gioco e limitare l’attività fisica. Il cervello, ancora in fase di sviluppo, è particolarmente ricettivo a questi stimoli frequenti. A volte si osservano irritabilità, difficoltà di concentrazione e mancanza di interesse per attività diverse dallo schermo.

E poi c’è l’effetto a lungo termine: meno movimento, più tempo seduto, più esposizione a contenuti inadatti. Questi fattori possono portare ad abitudini sedentarie, disturbi del sonno e persino a un rapporto meno equilibrato con l’immagine di sé e l’interazione sociale.

Disuguaglianza sotto la superficie: l’ambiente fa la differenza

Una cosa è chiara: il tempo trascorso sullo schermo dipende molto dalle condizioni di vita della famiglia. In alcune case: un genitore spesso assente, uno spazio angusto, un accesso quasi costante allo smartphone o al tablet. In altre: un ambiente più strutturato, regole esplicite sugli schermi, più attività alternative al di fuori del mondo digitale.

Queste differenze hanno un impatto tangibile. I bambini provenienti da contesti più poveri hanno spesso più tempo a disposizione sullo schermo, meno supervisione e più solitudine digitale. Questo non è inevitabile, ma evidenzia una sfida: quella dell’equità educativa in un mondo digitale onnipresente.

Come affronti l’argomento come genitore, insegnante o parente?

  • Offri un tempo libero dallo schermo, anche se per poco tempo: un gioco da tavolo, una passeggiata, una chiacchierata.
  • Stabilisci regole chiare e adeguate all’età: “15 minuti dopo la scuola” o “un giorno senza console nel fine settimana”.
  • Wiser sull’esemplarità: il tuo rapporto con lo schermo è un modello. Il bambino osserva ciò che fai e ciò che dici.
  • Discutere piuttosto che dare lezioni: “Cosa vedi in questo gioco?”, “Cosa ti è piaciuto dell’applicazione?”. La discussione aperta aiuta a sviluppare le capacità di pensiero critico.
  • Promuovi le alternative: libri, sport, cucina, bricolage, ecc. Il piacere non è riservato solo agli schermi. È nella connessione, nel movimento, nella curiosità.

Agire nelle scuole, nelle associazioni e nelle comunità

A livello più ampio, è essenziale sensibilizzare gli insegnanti, gli animatori e i gestori dei centri ricreativi. Dobbiamo ripensare la disposizione degli spazi, offrire attività fuori dallo schermo e ricordare che non si tratta solo di una questione tecnica, ma anche sociale.

In conclusione

L’uso degli schermi da parte dei bambini dai 3 agli 11 anni non è solo una questione di tempo trascorso. Incide sulla salute, sulla concentrazione, sul ritmo di vita e, soprattutto, sulla giustizia sociale.
Quando parliamo di schermi, parliamo anche di condizioni di vita, di risorse e di punti di riferimento.
Ogni bambino merita un ambiente digitale equilibrato, circondato e guidato.
E se agiamo in base al quadro di riferimento, saremo in grado di trasformare questo tempo di immersione in una vera opportunità di apprendimento, di legame e di scoperta.

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