Quando un francese acquista un pacchetto di sigarette rosse o di altro tipo, molti si chiedono: dove vanno a finire i soldi? Chi vince cosa ? È il produttore, il tabaccaio o lo Stato? E quanto pagano effettivamente i singoli soggetti, in euro o in centesimi? Questo articolo illustra la ripartizione del prezzo di un pacchetto di sigarette in Francia, basandosi su dati e analisi pubbliche affidabili.
Il prezzo della confezione: un punto di partenza
In Francia , un pacchetto di sigarette (spesso un pacchetto “rosso”, di una marca nota come Marlboro o altre) viene venduto in genere a un prezzo compreso tra i 6,50 e gli 11 euro, a seconda della marca, dell’inflazione, della tassazione e dei regolari aumenti delle imposte.
Ma di questo prezzo finale, solo una piccola parte va al produttore e un’altra al tabaccaio, mentre il grosso è costituito da tasse e contributi fiscali.
Secondo uno studio riportato da Europe 1, l’80,05% del prezzo di una confezione venduta a circa 7€ va allo Stato. Ciò significa che lo Stato riceve circa 5,60 € su un pacchetto di 7 €. Il tabaccaio riceve solo 60 centesimi, ovvero l’8,54% del prezzo finale. Il resto (circa 0,80€) va al produttore di tabacco.
Queste cifre sono indicative, ma abbastanza rappresentative del rapporto delle autorità fiscali sulle sigarette in Francia.
Il ruolo del produttore: produzione, trasporto, marketing
Il produttore di sigarette (Philip Morris, Imperial Brands, British American Tobacco, ecc.) è responsabile di :
- produzione (foglie di tabacco, carte da rollare, filtri, confezioni)
- costi di trasporto verso magazzini o distributori
- costi di marketing e pubblicità (entro i limiti di legge)
- il margine industriale, ovvero l’utile lordo del produttore
Le stime indicano che questa quota industriale (nel nostro esempio del pacchetto da 7 euro) rappresenta circa 0,80 euro, ovvero circa l’11-12% del prezzo finale.
Tuttavia, questo margine complessivo include i costi di produzione, la logistica, gli sconti e le trattative con i distributori (vendita all’ingrosso) e la struttura dell’azienda (ricerca, R&S, campagne legali). I produttori non si limitano a “trarre profitto” da questo margine: sostengono anche notevoli costi fissi.
La quota del tabaccaio: il piccolo anello della catena
Il tabaccaio è la persona che vende il pacchetto al consumatore finale. Viene pagato uno sconto o una commissione negoziata, regolata da una normativa.
Nel nostro esempio, sulla confezione da 7€, riceve circa 0,60€, ovvero l’8,5% del prezzo totale.
Alcuni articoli riportano che questa percentuale varia intorno all’8% a seconda dei margini netti dopo gli sconti, le tasse locali, i costi operativi, ecc.
Quello che devi capire è che il tabaccaio non stabilisce il prezzo del pacchetto. Riceve una
Quota statale: il grande vincitore delle tasse
Lo Stato, attraverso la dogana, l’IVA e l’imposta sul consumo interno (accise), è il principale beneficiario della vendita di un pacchetto. Nell’esempio del pacchetto da 7€, lo Stato incassa circa 5,60€, ovvero l ‘80% del prezzo finale.
Questo gettito fiscale viene utilizzato per finanziare la previdenza sociale, l’assicurazione sanitaria, le iniziative di salute pubblica e così via.
In un contesto più recente e secondo altre fonti, per un pacchetto di 11,50€, lo Stato riceverebbe 9,50€ di tasse, combinando IVA, accise e altre imposte indirette.
La tassazione del tabacco rappresenta una quota massiccia del prezzo delle sigarette. Si tratta di uno strumento utilizzato per la salute (per scoraggiare il consumo), ma anche come fonte di entrate per le casse pubbliche.
Le dinamiche dell’aumento dei prezzi, del mercato parallelo e del contrabbando
Ogni volta che il governo aumenta le tasse o il prezzo di un pacchetto aumenta, una parte maggiore va al governo – ma il tabaccaio non guadagna proporzionalmente di più, perché la sua commissione rimane fissa o limitata. Questo crea uno squilibrio: la maggior parte del guadagno fiscale va allo Stato, mentre il tabaccaio è spesso “schiacciato” tra l’aumento dei costi operativi e il calo delle vendite.
Questa pressione sta creando un mercato parallelo, con pacchetti di sigarette di contrabbando e importati illegalmente che stanno guadagnando terreno. Un pacchetto “grigio” o “parallelo” a volte sfugge a gran parte dell’imposta, rendendo la differenza di prezzo un forte incentivo per alcuni fumatori o rivenditori illegali.
Il contrabbando è quindi una risposta parziale a un modello di tassazione ritenuto troppo oneroso, ma mina le vendite legali, le entrate statali e i tabaccai in regola.
Una ripartizione sintetica (modello semplificato)
Attore | Importo approssimativo | Quota del prezzo (%) |
---|---|---|
Stato (tasse, IVA) | ~ 5,60 € su 7 € | ~ 80 % |
Industriale / Produttore | ~ 0,80 € | ~ 11-12 % |
tabaccaio / assistente alle vendite | ~ 0,60 € | ~ 8,5 % |
Questo modello è indicativo, ma evidenzia laschiacciante dominanza fiscale dei prezzi delle sigarette in Francia.
Perché questa distribuzione è problematica?
- Disincentivi per i tabaccai: la loro bassa remunerazione li rende vulnerabili, soprattutto di fronte all’aumento dei costi fissi.
- Erosione della rete legale: quando un tabaccaio scompare, il commercio parallelo prende spesso il suo posto.
- Onere per il consumatore/fumatore: la maggior parte del prezzo pagato è legato alla tassazione, non agli alti costi di produzione.
- Questioni etiche e sociali: lo Stato incassa molti soldi da un prodotto che è dannoso per la salute pubblica. Questo paradosso sta alimentando il dibattito sul ruolo del tabacco nelle entrate pubbliche.
Ricorda: un riflesso per capire meglio il pacchetto
Quando un francese acquista un pacchetto di sigarette (che siano Marlboro o un’altra marca rossa), viene messo in atto un trucco fiscale:
- LoStato raccoglie la maggior parte delle imposte (IVA, accise).
- Ilproduttore intasca un margine modesto al netto delle spese.
- Il tabaccaio, nonostante il contatto diretto con il cliente, prende solo una piccola parte – e spesso soffre del calo dei consumi.
Ciò solleva la questione se sia giusto che lo Stato tragga così tanti profitti da un prodotto che sta lottando per ridurre.
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