
Nel 2025, l’Unione Europea (UE) si trova a un bivio critico nella sua lotta contro il fumo. Nonostante i forti impegni in materia di salute pubblica, alcuni Stati membri stanno usando la loro influenza politica per difendere gli interessi dell’industria del tabacco, mettendo a rischio gli obiettivi di riduzione del tabagismo.
L’industria del tabacco: un notevole potere economico
L’industria del tabacco è uno dei principali attori economici dell’UE. Secondo il think tank European Policy Innovation Council (EPIC), genera circa 223,7 miliardi di euro all’anno, pari all’1,3% del PIL totale dell’UE, e impiega direttamente o indirettamente 2,1 milioni di persone. Il gettito fiscale del tabacco ammonta a 112,9 miliardi di euro all’anno.
Questa importanza economica conferisce all’industria del tabacco una notevole influenza sulle politiche pubbliche. Alcuni Stati membri, consapevoli delle ripercussioni economiche e sociali, sono riluttanti ad adottare severe misure antifumo.

Lobbying: una strategia di influenza efficace
L’industria del tabacco compie notevoli sforzi per influenzare le decisioni politiche. Investe circa 20 milioni di euro all’anno in attività di lobbying a Bruxelles, impiegando più di 200 persone dedicate a questo compito. Questa strategia mira a ritardare o indebolire le normative antifumo, adducendo argomentazioni economiche o evidenziando i rischi dello sviluppo del mercato nero.
I rapporti hanno rivelato una mancanza di trasparenza nelle interazioni tra la Commissione Europea e l’industria del tabacco, sollevando preoccupazioni sull’integrità del processo decisionale. (fonte lemondedutabac.com)
Preoccupanti ritardi nella legislazione
Nonostante l’adozione nel 2022 del piano europeo per sconfiggere il cancro, che mira a una “generazione senza tabacco” entro il 2040, la revisione delle direttive chiave sul tabacco è stata ritardata. La direttiva sulla tassazione del tabacco, originariamente prevista per il 2022, e la direttiva sui prodotti del tabacco, prevista per il 2024, non sono ancora state aggiornate. Questi ritardi compromettono l’efficacia delle politiche antifumo e sollevano interrogativi sulle priorità dell’UE in materia di salute pubblica.
Greenwashing: una nuova tattica industriale
Di fronte alle crescenti pressioni per l’adozione di pratiche sostenibili, l’industria del tabacco ricorre al greenwashing per migliorare la propria immagine. Promuove iniziative ambientali pur continuando a produrre prodotti dannosi per la salute e per l’ambiente. Organizzazioni come l’Alleanza contro il Tabacco denunciano queste pratiche, sottolineando che i filtri delle sigarette, realizzati in plastica non biodegradabile, sono tra i rifiuti più comuni trovati sulle spiagge europee.
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ONG e società civile in allerta
Le organizzazioni non governative (ONG) chiedono alla Commissione europea di rafforzare rapidamente le misure antifumo. Esse sottolineano il ritardo dell’azione legislativa europea mentre l’industria del tabacco continua a lanciare nuovi prodotti e tattiche di marketing. La società civile, consapevole della posta in gioco, chiede una politica più severa nei confronti delle aziende del tabacco.
Conclusione: una scelta cruciale per il futuro
L’Unione Europea si trova di fronte a un dilemma: preservare gli interessi economici dell’industria del tabacco o proteggere la salute pubblica. Le decisioni prese nei prossimi anni determineranno se l’UE raggiungerà l’obiettivo di una generazione senza fumo entro il 2040. È indispensabile che le istituzioni europee resistano alle pressioni dell’industria del tabacco e attuino politiche ambiziose per ridurre il fumo e le sue conseguenze dannose.